Il ricordo del Prof. Sergio Olivero
Lo scorso 27 Marzo è venuto a mancare il Prof. Sergio Olivero all’età di quasi 99 anni. Laureato nel primo dopoguerra in Ingegneria Mineraria, è stato per decenni docente ed esponente di spicco della Geologia Applicata della Facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza. Dopo i primi anni nel campo minerario, il prof. Olivero ha svolto la sua attività professionale, didattica e di ricerca scientifica nell’ambito della Geologia Applicata all’Ingegneria e della Geotecnica. Allievo del prof. Penta, primo studioso di frane in Italia, si è occupato di complessi problemi di stabilità dei versanti, opere nel sottosuolo e grandi dighe in Italia e nel Mondo. E’ stato tra i primi iscritti all’Ordine dei Geologi, pur non essendo laureato in Geologia, secondo i regolamenti vigenti nel regolamento di istituzione dell’Ordine del 1963, ed è stato premiato nel 2014 per il quarantesimo anno di iscrizione. Per i Geologi che hanno avuto la fortuna di conoscere e lavorare accanto al Prof. Olivero rimane il ricordo di un uomo dai grandi valori umani, di correttezza e rispetto per le professioni. Ha sempre impostato tutti i suoi lavori su solide basi geologiche e poneva la Geologia come elemento propedeutico e imprescindibile per qualsiasi progetto o problema ingegneristico, riconoscendo nel Geologo Applicato la figura cardine di progetti complessi e impegnandosi in prima persona per superare le anacronistiche rivalità tra Geologo e Ingegnere. Rimane del prof. Olivero il ricordo di una persona mite e gentile, tecnico coraggioso e sempre pronto a mettere in discussione qualsiasi preconcetto, con la tipica impostazione di uomo di Scienza che basava ogni sua azione su analisi rigorose e logico-razionali, fondate su una straordinaria preparazione tecnica, ma con un approccio pragmatico di grande lucidità. In questo approccio rigoroso rimaneva nel prof. Olivero l’apertura mentale e la sensibilità per riconoscere e seguire gli istinti e le sensazioni dei Geologi che sanno leggere il territorio anche su basi percettive, discutendone con il martello in mano e rigorosamente in campagna.