Il Prof. Paolo Bono è venuto a mancare
Improvvisamente, un giorno, vieni a sapere che la persona, il collega con cui avevi lavorato fino al giorno prima “è tornato alla casa del padre”. Ti senti sgomento, stenti a credere quello che è successo, ma una volta accettata la realtà, ti viene istintivo di chiarire meglio quale figura d’uomo è venuta a mancare. Paolo per molti, il prof. Paolo Bono per tutti, ci ha lasciato inaspettatamente. Un uomo forte, tenace, infaticabile, una vita dedicata all’idrogeologia attraverso la ricerca e la didattica. Un carattere duro, anche con sé stesso e un cuore grande verso chi, in paesi in via di sviluppo, è stato meno fortunato di noi occidentali.
La mia vita da geologo è trascorsa per quasi quaranta anni in parallelo con quella di Paolo, di poco più anziano di me. Ho vissuto ed assimilato molti dei suoi entusiasmi per le materie geologiche, ponendo l’idrogeologia sperimentale e quantitativa avanti a ogni altro tema. In questo ambiente disciplinare Bono è sempre stato noto per l’approccio sperimentale portato all’estremo. Bisognava misurare tutto il misurabile a cadenza fitta e per anni. Purtroppo, a volte, a fronte delle enormi banche dati, era difficile creare poi, lo stacco per elaborare delle sintesi da pubblicare. Questo aspetto e la durezza del suo carattere hanno a volte influenzato il clima nell’ambiente di lavoro di cui Paolo faceva parte.
Una delle sue doti più evidenti era di possedere un carisma forte che induceva entusiasmo nei più giovani, fossero essi studenti, borsisti, dottorandi o altro. Queste peculiarità della sua figura di ricercatore, lo hanno portato a compiere studi idrogeologici di grande interesse sia a scala regionale (Italia centrale, Catena dei Monti Volsci, Territorio del Lesotho, ecc..), che locale (Acque Albule, Risorgiva dell’Inferniglio, ecc…). Con Carlo Boni e Gian Maria Zuppi fu tra i primi ad introdurre in Italia la metodologia analitica degli isotopi delle acque, come fattore fondamentale nella definizione degli schemi idrogeologici e delle aree di ricarica dei grandi acquiferi. La dialettica scientifica ci ha visti in molte occasioni schierati su fronti opposti, nel tentativo comune di definire dei modelli e degli scenari di conoscenza, che potessero essere utilizzati al meglio da chi ha la responsabilità di gestire il territorio.
In relazione al lungo percorso professionale condiviso con Bono mi sento di asserire che Paolo rappresenta un riferimento fondamentale nella Ricerca Idrogeologica nazionale e uno studioso e un didatta valente e infaticabile. Sul piano personale è stato dapprima una guida e poi un compagno di viaggio con cui ho condiviso un percorso di studio e di vita non sempre facile.
Caro Paolo saremo sempre uniti dallo stesso impegno
Giuseppe Capelli
Un campionamento a San Puoto