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La selva oscura del codice contratti

La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 164 Serie Generale del 15 luglio scorso, di un comunicato con l'errata corrige al D. Lgs. 50/2016, a quasi tre mesi di distanza dalla emanazione del testo originario, conferma la superficialità e la sciatteria con cui sia stata gestita sia la scrittura del testo originario sia la fase di transizione. Parlano in tal senso un numero colossale di rettifiche: 170 su 97 dei 220 articoli che costituiscono il Codice. Sia di natura tecnica che semplicemente sintattica e/o grammaticale.

Se un mia relazione fosse uscita dal mio studio con tutti questi errori, io mi sarei vergognato.

E la cosa più paradossale è che il testo, dal punto di vista linguistico, è stato predisposto dal Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi (DAGL) di Palazzo Chigi, il quale tra le altre cose, "sovrintende alle diverse fasi del procedimento di adozione degli atti normativi, coordinandone e promuovendone l'istruttoria al fine di assicurare la qualità della regolazione ed una corretta attuazione del programma di Governo"! E se non ci fosse stato l'attento controllo finale del Dipartimento cosa usciva? E per finire sulla pubblicazione "monca" in Gazzetta Ufficiale (GU) del Documento di Gara Unico Europeo (DGUE, iniziamo ad abituarci a questo ennesimo, diabolico, acronimo) imputabile, secondo il comunicato del Ministero II.TT., ad "un errore del programma informatico della GU". Ed anche la precisazione che le 170 rettifiche erano già previste in fase di redazione, resa dal Direttore DAGL in occasione della presentazione del Decreto all'ANCE, appare di una leggerezza disarmante: ma come, sai che è sbagliato e lo pubblichi lo stesso? Ma prima correggilo e poi lo pubblichi! Avvilente!!

Insomma improvvisazione e dilettantismo al potere!

Se al fatto che necessitano di continue modifiche (se questo è l'incipit, me ne aspetto moltissime altre in futuro), si aggiunge che sono pure frammentarie e disarticolate in alcune sezioni, rende le norme di dubbia interpretazione, a determinare l'ennesima incertezza del diritto dei contratti pubblici, con rallentamento dei bandi ed insorgenza di ricorsi a non finire a paralizzarne molti, che si sta registrando negli ultimi mesi.

E dopo aver segnalato le carenze formali, occorre evidenziare che, anche sui contenuti tecnici, i primi mesi di applicazione, dimostrano come il documento sia ben altro che quel fiore all'occhiello tanto sbandierato da Renzi, Cantone e Del Rio, soprattutto nella parte dei requisiti di carattere generale, visto che in quella tecnica, i servizi di ingegneria non sono stati ritenuti meritevoli neanche di una sezione specifica del Codice. Giusto per citare un esempio, il gap normativo che attualmente coinvolge la Direzione dei Lavori. Dal 19 aprile us (data di entrata in vigore del D. Lgs. 50/2016), infatti, è stata abrogata dall'art. 217, comma 1, lett. u), la Parte II - Titolo VIII "Esecuzione dei Lavori", artt, dal 147 al 170, del precedente regolamento DPR 207/10. L'ANAC aveva inizialmente inserito tali articoli tra quelli da abrogare in una successiva linea guida che era stata nel frattempo approvata! Insomma "tra loro non si parlano"! Ed ha dovuto pure lei rettificare la linea guida! Insomma di rettifica in rettifica!!! Ma al di là di queste incongruenze, che sarebbero comiche se non fossero invece gravissime e testimoni di una ormai inarrestabile picchiata del senso del pudore di chi ci amministra, resta il fatto concreto che, allo stato attuale, ogni direttore lavori, quindi anche noi geologi quando ricopriamo tale qualifica, dovremmo assumerci la responsabilità delle nostre decisioni, senza alcun riferimento normativo. Che però, a pensarci bene, forse è pure meglio!

Ma allora, per una volta, mi trovo d'accordo con un magistrato ed in particolare con Davigo, attuale Presidente dell'ANM, il quale sostiene che "da anni si scrivono normative sugli appalti pubblici con regole sempre più stringenti che danno fastidio alle aziende perbene e non fanno né caldo né freddo a quelle delinquenziali".

Il Presidente

Roberto Troncarelli


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