Home»Ordine»Commento del Presidente Troncarelli alla sentenza de l'Aquila

Commento del Presidente Troncarelli alla sentenza de l'Aquila

Riportiamo per intero il commento "a caldo" rilasciato dal nostro Presidente ad alcuni organi di stampa riguardo la sentenza de l'Aquila.

Un giudice ha finalmente individuato i responsabili del terremoto de L’Aquila e del tributo di vite umane che lo stesso ha imposto: sono i tecnici della Commissione Grandi Rischi della Presidenza del Consiglio, che non hanno previsto ciò che, ad oggi, è purtroppo ancora imprevedibile. Giustizia è fatta, anche se con un sussulto di medioevale cultura, che suggeriva di trovare un colpevole a tutti i costi. E la Santa Inquisizione l’ha trovato.

La Santa Inquisizione nella fattispecie è rappresentata dall’ennesimo componente di una casta che non paga mai per i propri errori, il quale si è eretto a sedicente sismologo, emettendo una sentenza che grida vendetta ed è l’ennesima riprova di un sistema, giudiziario e non, in disfacimento, che offende e ripugna chi ancora tenta di stare a galla in questo mare di melma.

Cercare di descrivere ciò che avvenuto, con animo sereno e cultura idonea alla comprensione del fenomeno, senza lasciarsi sopraffare dalla indignazione per l’ennesimo caso di mala giustizia, non è facile. Ci provo.

Vorrei premettere che non è il terremoto che uccide le persone, ma gli edifici costruiti male e dove non si doveva! Quindi aspettiamo di vedere condannati costruttori edili, funzionari istruttori delle pratiche di rilascio dei permessi di costruire, sindaci e consigli comunali che dichiarano edificabili aree con motivazioni di “cassetto” e mai tecnico-sociali, che non adottano piani di protezione civile in territori dichiarati ad alta pericolosità sismica, che se ne infischiano di pareri specifici al riguardo, elaborati da tecnici prudenti, che per le loro valutazioni caute vengono additati addirittura quali Cassandre e iettatori! E questo signore, anziché evidenziare le inadempienze vere e gravi delle Amministrazioni, punisce un gruppo di tecnici per non essersi dotato di sfera di cristallo prima di esprimere il proprio parere.

E nel caso i tecnici avessero “osato” sollevare qualche dubbio sullo sciame sismico, come successo in alcuni casi in cui poi nulla è accaduto, sarebbero di certo incappati nella mannaia di un altro “colletto nero”, pronto a fustigarli questa volta per procurato allarme, il reato opposto! Successe nel 1985 a Zamberletti, allora Ministro della Protezione Civile, e allo stesso Barberi, che ordinarono un’evacuazione di 100.000 persone in Garfagnana, per un terremoto che non ci fu. Insomma i prossimi tecnici se ne guarderanno bene da esprimere qualsiasi opinione: questo è il risultato!

E al peggio non ci sarà limite. Nel Lazio, nella nuova classificazione sismica predisposta dai nostri colleghi della Regione e dell'ENEA, risultano 23 comuni in provincia di Frosinone classificati in Zona 1, la più pericolosa dal punto di vista sismico, e 13 in provincia di Rieti: ebbene credete che tutti questi comuni si siano dotati di un piano di protezione civile? Per non parlare del dissesto idrogeologico: il 98% dei comuni del Lazio presenta almeno un'area ad elevato rischio di frana o alluvione; e a quanto ammontano le risorse destinate ad interventi strutturali e non strutturali (come la delocalizzazione) per la mitigazione del rischio? Meno dell’1% di quelle stanziate per nuove opere.

Del resto a sentire noi geologi bisognerebbe evacuare il messinese, Genova e metà della Campania per i vari rischi geologici cui vanno soggetti. Che menagrami questi Geologi! Intanto il Governo taglia le risorse per la ricerca, per la rete di monitoraggio idropluviometrico, salvo poi lamentarsi se non si riesce ad identificare nel dettaglio un fenomeno naturale o, come nella fattispecie, a prevedere un sisma.

Con il terremoto de L'Aquila è stata nuovamente confermata, se ancora ce n'era bisogno, l'importanza di quello che noi geologi chiamiamo "l'effetto di sito", ovvero la grande influenza che ha il tipo di sottosuolo nella trasmissione delle sollecitazioni sismiche ad un edificio sovrastante. L’”effetto di sito” consente di spiegare perché edifici limitrofi, costruiti con la stessa tecnica, subiscono a seguito dello stesso evento, danni molto diversi. La Regione Lazio si è dotata di un nuovo Regolamento per lo snellimento delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni sismiche degli edifici, in cui finalmente si conferisce il giusto risalto all'aspetto geologico, anche grazie all’inserimento, dopo tante rimostranze e proteste, del geologo in ciascun genio civile. Infatti, il Lazio era l’unica regione “sismica” in Italia a non avere geologi negli uffici decentrati “ex Genio Civile” che sono deputati, tra l’altro, a valutare gli elaborati geologici per le costruzioni in zone sismiche.

Per concludere sulla scandalosa sentenza, ho deciso di rilasciare il presente comunicato per esprimere solidarietà nei confronti dei componenti della Commissione Grandi Rischi per un provvedimento che appare profondamente ingiusto, oltre che ingrato, nei riguardi di chi aveva il compito di studiare e valutare sotto il profilo solo scientifico i fenomeni in corso. E' una sentenza che getta il più totale discredito su tutti noi e sul nostro lavoro, perché quando si parla di terremoti il primo pensiero della gente va proprio ai geologi.

Se non avessimo fatto sentire forte e arrabbiata la nostra indignazione avremmo rischiato di essere infangati come categoria professionale, perdendo la credibilità che con tanti sforzi ci siamo guadagnati di fronte all'opinione pubblica, esprimendoci e proponendoci, sempre spinti da interessi collettivi di sicurezza e tutela e giammai da logiche di dubbia moralità e nebulose finalità.

Del resto, per citare il collega ed amico Antonio Colombi, esperto in prevenzione del rischio sismico, "si tratta di una sentenza che non ha precedenti e che spianerà la strada ai giocatori del lotto ambulanti, ai burocrati incalliti, ai proprietari spregiudicati, ai monsieur Travet di ogni ufficio, che faranno il loro compitino senza anima, pena e passione. Ora si dirà: “adesso sappiamo di chi è la colpa”; ma poi verrà un altro terremoto e la gente morirà, la stessa gente che invece di migliorare la struttura del proprio edificio, preferirà, come sempre, mettere il parquet di ciliegio o i rubinetti di marca. E tutti, politici, proprietari, amministratori, controllori, inquilini, magistrati vivranno sull’emergenza e sui suoi soldi freschi, non controllabili ed immediati. Che bel Paese siamo tutti pronti a gridare al lupo al lupo e poi girare nel bosco famelici. Da oggi in poi prego accomodatevi, geni della sfera di cristallo, rabdomanti della conoscenza, giocatori di lotto tecnologico…prego diteci quando e come e dove arriverà il prossimo terremoto…ma vi prego dopo oggi…vorremo sapere l’esatto secondo, la millimetrica coordinata e l’azimuth corretto, da dove arriverà l’evento sismico….ditecelo perché ora, dopo la sentenza di ieri, ne avrete facoltà e potere".