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E' venuto a mancare il Prof. Marcello Zalaffi

All’interno della gerarchia accademica i titoli di professore, assistente e ricercatore definiscono dei ruoli. Tra essi manca il più prestigioso: è l’appellativo di “MAESTRO”. Un docente raggiunge il massimo del prestigio quando una moltitudine di laureati, formatisi in più decenni, sente coralmente di dovere la propria formazione tecnica e deontologica ad uno specifico professore e quando questi è il medesimo per tutti. Questa è la figura del Maestro. Per me e per tanti altri questa è la figura di Marcello Zalaffi, che è stato uno dei padri della geologia applicata a Roma. Marcello ha avviato negli anni sessanta una “Scuola” informale di geologi capaci di supportare specifici progetti di opere, che sino ad allora erano totalmente affidate a professionisti di altra cultura. In particolare era specializzato in progetti di captazione di acque sotterranee e le realtà che risentono dell’ingegno di Marcello sono innumerevoli e fanno scuola. Questa grande capacità di coniugare l’osservazione geologica alle opere da realizzare non è, tuttavia, il merito più grande di Zalaffi. Marcello ha soprattutto reso importante la professione del geologo con il suo esempio e con il suo impegno a favore di essa. Di fronte a un Maestro non ti puoi mai sentire alla pari. Quando pochi anni or sono mi venne a trovare per propormi di tenere dei seminari a Roma Tre, perché, pur anziano, sentiva la necessità di dover trasferire l’essenza delle sue esperienze professionali alle nuove generazioni, io neo sessantenne mi rivolgevo a lui ancora in terza persona. Che fortuna per me, avere incontrato sul mio percorso Marcello Zalaffi e Carlo Boni! Grandi amici e grandi geologi!

Giuseppe Capelli